Superbonus 110%, dubbi sui costi. Verrà davvero prorogato?
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Superbonus 110%, dubbi sui costi. Verrà davvero prorogato?

Dopo oltre 18 mesi di dibattito serrato, controversie sull’applicazione e molti dubbi da parte di tutti i cittadini italiani, per il Superbonus 110% è giunto il momento dei primi bilanci.

E purtroppo i dati di questo primo anno e mezzo rischiano di sollevare parecchi dubbi sulla proroga del provvedimento, inserita dal governo Draghi nella Nadef (la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza).

Inserita dal secondo governo Conte, quello giallo-rosso, nel decreto Rilancio del maggio 2020, la misura prevedeva come data ultima per i cittadini il 30 giugno 2022, mentre per i condomini la deadline era fissata al 31 dicembre 2022.

Ora la decisione annunciata dal ministro dell’Economia Daniele Franco dovrebbe estendere l’agevolazione almeno fino al 2023, ma non tutti sembrano ritenere conveniente questa soluzione.

L’analisi di Enea e i numeri del provvedimento

È infatti di questi giorni uno studio in materia realizzato da Enea, l’agenzia per lo sviluppo sostenibile che si occupa di vigilare sugli incentivi per l’efficienza energetica degli edifici.

I dati mostrano una situazione in chiaroscuro. Da inizio anno a fine settembre, i progetti ammessi sono stati 38mila, mentre per l’intero anno se ne stimano circa 51mila.

Gli investimenti mobilitati ammontano alla cifra di 7,9 miliardi di euro, con un costo per lo stato che si aggira sugli 8,7 miliardi (superiore al primo proprio in virtù delle quota fissata al 110%).

Si tratta di una forte accelerazione rispetto al 2020, quando ci furono meno di duemila interventi per una spesa pubblica di poco superiore a soli 200 milioni di euro.

Le prospettive, i dubbi e i fondi del PNRR

L’obiettivo di rilanciare il settore delle costruzioni sembra dunque essere stato centrato, grazie ad un meccanismo che copre a pieno il costo degli interventi sulle case e lascia spazio ai proprietari affinché monetizzino i crediti di imposta ottenuti, vendendoli alle banche in cambio di liquidità.

Ma a quali costi sono stati riattivati gli investimenti nell’edilizia? Enea cerca di rispondere a questa domanda tracciando un confronto con l’Ecobonus attivo in Italia dal 2014 al 2020, che aveva un meccanismo simile al Superbonus ma con una detrazione solo al 65%.

L’agenzia nota che – rispetto ad allora – oggi stiamo assistendo ad una bolla speculativa, che cerca di approfittare del ruolo centrale del Governo per “gonfiare” le spese, puntando sul fatto che comunque tutto finisce nel debito pubblico.

Così il costo per ogni singolo infisso, schermatura solare o impianto di riscaldamento di ultima generazione appare oggi raddoppiato, se non triplicato, rispetto al precedente provvedimento.

Un quadro – quello delineato da Enea – che rischia dunque di avere conseguenze sulle prossime scelte che la politica intenderà adottare. Soprattutto in virtù dei 13,9 miliardi di euro del Pnrr stanziati per finanziare la proroga della riforma.

Lago Maggiore
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Il Lago Maggiore nuova meta immobiliare

A parità di bellezza, qualità e prestigio le case sul Lago Maggiore costano meno della metà di quelle del Lago di Como: tre mila euro al metro quadrato anziché sette mila. Ragion per cui molti potenziali acquirenti stranieri e non solo stanno rivolgendo sempre di più il loro interesse al primo lago anziché al secondo. Una vera e propria inversione di tendenza le cui molteplici ragioni sono stato oggetto di un approfondimento da parte del New York Times in un articolo del 3 marzo 2021.

Nell’articolo vengono interpellati diversi esperti del settore immobiliare. Nel periodo di pandemia chi può permettersi di acquistare una seconda casa ha cominciato a guardare con interesse ai bellissimi laghi lombardi dove il contesto tra natura e architettura rende questi luoghi ideali per spostarsi dalla città, alla ricerca di privacy e tranquillità, ma anche di paesaggi mozzafiato. Ma sempre a causa della pandemia il mercato immobiliare ha fatto registrare delle variazioni.

Sebbene i prezzi non siano scesi più di tanto (grazie anche ai tassi dei mutui ai minimi storici che permettono ancora di acquistare immobili con relativa facilità) gli aspiranti acquirenti hanno iniziato a interessarsi a zone che fino a poco tempo fa erano meno gettonate o meno rinomate senza una vera ragione.

Tra queste c’è sicuramente la sponda del Lago Maggiore, sia per la bellezza del lago che per la vicinanza delle montagne per escursioni e sci. In poche parole visto l’andamento economico mondiale i compratori stranieri decidono comunque di investire, ma scelgono mete diverse da quelle tradizionalmente ritenute più lussuose.

Dunque, il Lago Maggiore ha cominciato a incuriosire i compratori al Lago di Como.

Dopo il COVID-19 gli stranieri tornano a comprare casa in Italia
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Dopo il COVID-19 gli stranieri tornano a comprare casa in Italia

Tra le numerose conseguenze della crisi sanitaria sul mercato immobiliare c’è stato il brusco calo di compravendite da parte di stranieri in Italia: lo conferma Scenari Immobiliari, che evidenzia come il mercato si sia dimezzato nel periodo 2020-21, con le transazioni passate da 106mila nel biennio 2018-19 a 56 mila. Già a partire dal 2021, però, i numeri sono in crescita.

Il trend degli acquisti da parte di stranieri prima del 2020

Il Covid-19 ha modificato un andamento che vedeva sempre più stranieri comprare casa nel nostro Paese, in particolare al Nord dove si registra il 77% del totale degli acquisti.

Nell’arco di 5 anni si era passati dalle 36mila compravendite del 2014 alle 55mila del 2019, con una crescita di oltre il 50% e con un fatturato che nel biennio 2018-19 aveva superato i 9 miliardi di euro.

L’impatto della crisi sanitaria

Con i lockdown e le incertezze lavorative causate dalla pandemia anche banche hanno ridotto le concessioni di prestiti, e ciò ha contribuito a fare calare drasticamente le compravendite fra gli stranieri: nel 2020 se ne sono registrate appena 26mila, cioè circa il 52% in meno rispetto al 2019.

Anche l’incidenza sul totale degli acquisti ha toccato il minimo storico, passando dal 9% del 2019 al 4,8%. Inoltre, come spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, la ripresa a cui abbiamo assistito nella seconda parte del 2020 non ha riguardato il mercato della casa riferito ad acquirenti stranieri.

Lo scenario futuro

Sebbene permanga la difficoltà di accesso al credito, per il 2021 Scenari Immobiliari prevede un aumento sia di compravendite (+15% circa) sia di fatturato (+13,6%) rispetto allo scorso anno. Le transazioni dovrebbero toccare quota 30mila per recuperare nel 2022 i livelli pre-pandemia.